TIN PIERNU


Esemplare dell'attività del Centro studi Nediža, è il percorso condotto attorno all'archivio Tin Piernu, composto da 1200 negativi su lastra e pellicola che risalgono al periodo che va dalla fine degli anni '40 alla fine degli anni '60 del Novecento.
Tin Piernu, al secolo Valentino Trinco, nasce nel 1922 a Tercimonte, nelle Valli del Natisone (zona di confine – la famigerata “cortina di ferro” – con la ex Jugoslavia, in provincia di Udine), dove muore nel 1990. Conosciuto nel suo piccolo borgo montano d'origine come un uomo dai mille mestieri e dalle mille abilità, svolge nell'arco della sua esistenza un'infinità di mestieri: contadino, falegname, muratore, elettricista, imbianchino, norcino, barbiere...
Al termine della Seconda guerra mondiale, ritorna a Tercimonte dove scopre la passione per la fotografia che coltiverà fino alla fine degli anni '60. Tin fotografa l'ambiente circostante, i piccoli avvenimenti di paese. Ma soprattutto ritrae la gente della sua terra, spesso per motivi pratici e per venire incontro alle esigenze dei suoi conterranei che necessitano di fotografie per i documenti di identità o di immagini-ricordo da mandare ai parenti emigrati. Utilizza preferibilmente un'obsoleta macchina a lastre, e più raramente la pellicola. La sua attività cessa con la diffusione massiccia della fotografia a colori, quando la pratica del fotografare diventa sempre più alla portata di tutti.
Nel 2003, Il Centro studi Nediža ha realizzato una prima mostra dedicata a Tin Piernu, dove venivano presentate immagini di carattere “etnografico” relative alla vita di un borgo contadino delle Prealpi Giulie visto da dentro, cioè da un membro della comunità di paese. Tin infatti fotografa ciò che accade a Tercimonte e nei suoi dintorni, registra piccoli momenti di vita con uno sguardo limpido e piano, testimoniando il proprio mondo senza forzature: del tutto estraneo ad intenti dimostrativi e ad una visione idealizzata, il suo obiettivo non imbriglia la realtà che lo circonda in stereotipi bucolici e oleografici. Lo stesso Tin appare in alcuni scatti, immerso nel paesaggio e nella comunità di cui faceva parte.

 


L'attenzione del Centro si è poi spostata sui ritratti che compongono la parte più cospicua dell'archivio e rappresentano l'aspetto più interessante del lavoro fotografico di Tin Piernu.
Ed è partendo da una selezione operata sulle centinaia di ritratti in posa, che nel 2005 è seguita una seconda mostra – Ritratti, appunto – che offriva una significativa panoramica sulla impressionante galleria di volti composta in vent'anni di attività dal fotografo di Tercimonte. Una “catalogazione” che possiamo supporre comprendesse quasi tutta la popolazione – allora numerosa – delle frazioni montane del comune di Savogna, tenendo conto che una buona metà dell'archivio è andata perduta.
Particolarmente significativa la presentazione della mostra nel paese natale di Tin, avvenuta nel giugno del 2005, in occasione della tradizionale festa di San Giovanni.
Nei locali della mostra, a disposizione dei visitatori, c'erano le stampe dell'intero archivio di Tin Piernu. I presenti, spesso parenti degli abitanti di Tercimonte o ex-abitanti trasferitisi altrove e ritornati in paese per la festa, hanno accolto con curiosità ed entusiasmo l'iniziativa: sfogliando i classificatori con la raccolta delle immagini si è innescata spontaneamente una concitata e partecipe “corsa al riconoscimento” delle persone e dei luoghi, attraverso la quale è emersa per somma di aneddoti la “piccola storia” della comunità di Tercimonte, con tutte le sue lacune e sovrapposizioni di molteplici versioni dei “fatti”.
A questa seconda mostra, si è aggiunto un ulteriore capitolo con la nuova serie di ritratti realizzati a cinquant'anni di distanza dal fotografo Luca Laureati agli abitanti degli stessi luoghi in cui viveva e operava Tin Piernu. Le due serie, quella storica e quella contemporanea, sono confluite nella mostra Dialog (ideata sempre nel 2005), dove erano poste in relazione attraverso differenti soluzioni “combinatorie” a seconda del luogo in cui la mostra era ospitata (musei etnografici, gallerie d'arte, spazi “improvvisati” nei borghi di montagna) e con l'accompagnamento di un ambiente sonoro composto appositamente dal sound designer Massimo Toniutti, che consisteva nella tessitura dei nomi delle persone ritratte, sussurrati e declamati, confusi e balbettati, sovrapposti e reiterati.




Tercimonte, mostra di Tin Piernu (giugno 2005)

Tercimonte, mostra di Tin Piernu (giugno 2005)


Luca Laureati a Tercimonte (24 giugno 2005)

Luca Laureati a Tercimonte (24 giugno 2005)
Con l'edizione della monografia Tin Piernu. Fotografo di Tercimonte, del 2011, l'attenzione si è spostata sull'intero corpus dell'archivio, comprendendo anche gli errori fotografici, le foto rovinate, gli scarti. Nell'occasione è stata ristampata una nuova serie di fotografie da proporre come accompagnamento alla presentazione del libro. A differenza delle precedenti mostre, in cui le immagini erano state sottoposte ad un'accurata operazione di ritocco digitale per eliminare graffi, impurità, ossidazioni, ecc. ed erano stampate in bianco e nero, in quelle proposte nella monografia e nella nuova mostra non è stato operato alcun intervento correttivo; anzi, le tracce impresse sul materiale sensibile sono state assunte come elemento qualitativamente caratterizzante ed esteticamente rilevante, considerata la natura di “oggetto storico” – sottoposto quindi all'azione del tempo – della matrice da cui i files per la stampa erano ricavati. Non ci si è sottratti nemmeno all'accoglimento degli effetti cromatici imprevisti prodotti dall'acquisizione degli originali con lo scanner, considerando anche le variabili introdotte da questa fase un elemento fondamentale a determinare l'aspetto finale delle immagini come le possiamo vedere oggi. Immagini che poco hanno in comune con quelle stampate a suo tempo da Tin Piernu stesso; non va dimenticato, infatti, che la “reinvenzione” dell'archivio Tin Piernu operata dal Centro studi Nediža, parte già a monte, nel momento, cioè, in cui l'intera superficie della lastra viene presa in considerazione, rideterminando radicalmente la lettura del suo lavoro: esso infatti era originariamente concepito soprattutto come servizio ai compaesani per la realizzazione di fototessere per i documenti di identità, dove solo il volto veniva stampato, riquadrando l'immagine. 

 


Tin Piernu, uomo dal cuore generoso
San Pietro al Natisone – Beneška galerija (18 ottobre - 20 novembre 2003)
Cividale del Friuli – Centro civico (19 dicembre 2003 - 6 gennaio 2004)
Bovec (Slovenia) – Fortezza di Kluže (giugno 2004)
Savogna – (luglio 2004)
Tercimonte – casa canonica (giugno - luglio 2005)
Repen (TS) – Galleria carsica/Kraška galerija (17 settembre - 9 ottobre 2005) 

Tin Piernu – Ritratti
San Pietro al Natisone – Beneška galerija (16 aprile - 22 maggio 2005)
Tercimonte – casa canonica (giugno - luglio 2005) 

Luca Laureati – Ritratti
Tercimonte – casa canonica (giugno - luglio 2006)

Tin Piernu, Luca Laureati – Dialog
Cividale del Friuli – Chiesa di S. Maria dei Battuti (30 settembre - 16 ottobre 2005)
Lubiana (Slovenia) – Museo etnografico (6 luglio - 19 agosto 2006)
Muggia (TS) – Sala comunale d'arte Giuseppe Negrisin, nell'ambito di Triestèfotografia
(1 - 22 settembre 2007)
Laafeld/Potrna, Bad Radkersburg (Austria) – Pavel Haus/Pavlova hiša (11 aprile - 28 giugno 2008)

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