Paolo Petricig
PER UN PUGNO DI TERRA SLAVA

a cura del Centro studi Nediža
La Libreria editrice, Cividale del Friuli
2024

14x21
168 pagine
con una documentazione fotografica
fuori testo
17,00 euro

contatti:
lalibreriaboerpietro@gmail.com
0432 730090


In questo studio Paolo Petricig ripercorre le vicende che hanno interessato le Valli del Natisone, e più in generale tutta la Benecia – ovvero la fascia confinaria tra il Friuli orientale e la Slovenia, allora Jugoslavia – in un periodo compreso tra il 1943, con la caduta del fascismo e l’inizio della lotta partigiana, e la firma del Trattato di pace di Parigi avvenuta nel 1947. Si tratta di un momento cruciale che qui ha assunto delle valenze particolarmente significative e dense di conseguenze a lungo termine, a causa di quel confine che in più occasioni nel corso della storia è stato conteso tra le forze interessate alla modifica del suo tracciato e tale da costringere le cosiddette grandi potenze ad un serrato confronto diplomatico per la sua definizione.
L’autore concentra l’attenzione sulla presenza di una formazione partigiana locale – il Beneški bataljon – aggregata al IX korpus dell’Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia, e sui rapporti non sempre facili, quando non apertamente conflittuali, con le altre forze in campo, in particolare con le formazioni Osoppo sostenute dagli alleati. Presenza, quella di una formazione partigiana slovena, che ha complicato il quadro degli equilibri internazionali e dei contrastanti interessi geopolitici per la delimitazione delle varie “sfere d’influenza” in Europa, e che ha fornito il pretesto per la costituzione di organizzazioni nazionaliste anti-slovene, attive nel dopoguerra, e per le loro azioni intimidatorie. Seppur sbiaditi, gli effetti di quella stagione che ha avvelenato le relazioni in seno alle comunità valligiane sono riconoscibili ancora oggi.
Questo libro, caratterizzato da una scrittura piana e scorrevole, contiene acute e documentate osservazioni, con ampio ricorso a citazioni di diversa provenienza. «Non ho voluto trattare queste vicende da storico – ebbe a dichiarare l’autore – ma da persona che le ha vissute in prima persona e che tenta di illuminarle da varie angolazioni.» Un tentativo, il suo, di rimuovere ombre e sollevare interrogativi, senza dare giudizi definitivi.
Pubblicato la prima volta nel 1988 in una fase storica molto diversa da quella attuale – quando tante cose che sappiamo essere successe dovevano ancora succedere – Per un pugno di terra slava torna finalmente disponibile, a distanza di trentasei anni, con una nuova veste editoriale.

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