Paris selon moi
 

Sono passati cinque anni dalla prima volta che ho viaggiato in aereo. Correva l'anno 2006.
Paris selon moi è stato pensato e progettato immediatamente dopo il rientro da una settimana trascorsa a Parigi, in compagnia di Clara. Da allora, ne ho sempre rimandato la stampa (in realtà pensavo a una tiratura minima, 10/15 copie da regalare agli amici).
In quei sette giorni credo di aver scattato circa 400 fotografie, usando una macchinetta digitale non professionale. Non badavo molto a cosa fotografavo, scattavo dove capitava, quasi sempre senza inquadrare e il più delle volte con Clara e me stesso come soggetti principali. Il tutto eseguito con piglio piuttosto buffonesco, una specie di presa in giro del turista-fotografo smanioso di foto ricordo, condotta per accumulo di immagini insulse e di fatto rivolta a me stesso.
La selezione di fotografie che è entrata a far parte di questa “ipotesi di libro” risale, pressoché integralmente, già a quel periodo. Non è stata operata alcuna correzione del colore – ho usato il filtro per luce artificiale anche all'esterno, credo senza accorgermene, perlomeno all'inizio – né alcun taglio a posteriori dell'inquadratura.
L'aspetto che più mi ha colpito in queste immagini è l'atmosfera desolata e un po' tetra, che non corrisponde affatto alle impressioni avute dalla città, né allo spirito giocoso con cui mi cimentavo con la piccola digitale, mai usata prima di allora. Era Pasqua, ero sopravvissuto al mio primo volo, Prodi vinceva le elezioni e sembrava che i francesi, di questo, fossero assai lieti.

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